Un’Andromaca tutta da ridere: è questa la promessa che i Sacchi di Sabbia, pluripremiata compagnia toscana, fanno agli spettatori di Teatro Madre Festival per la replica di domenica 8 agosto, h. 21.15

Il fato, gli dei e gli uomini. Nella tragedia classica violenza e destino si intrecciano e così, nell’Andromaca di Euripide, le intenzioni umane soccombono ad eventi fatali imprescindibili.

L’Andromaca, che andrà in scena, domenica 8 agosto (h. 21.15), con la pluripremiata compagnia toscana “I Sacchi di Sabbia”, nel Parco Archeologico di Santa Maria d’Agnano (Ostuni) per Teatro Madre Festival, mantiene il senso di fatalità ineluttabile, ma con uno stile decisamente originale che rinviene nella tragedia una quantità di spunti comici.

Ironia cinica, in bilico tra finzione e realtà, L’Andromaca tutta da ridere de I Sacchi di Sabbia è una tragedia stralunata che in questa rilettura ha i tempi e lo stile della commedia.

L’incipit della tragedia di Euripide è una lite furibonda tra i membri della famiglia di Neottolemo, impegnato in viaggio al tempio di Apollo: la giovane moglie Ermione è gelosa della schiava Andromaca, con cui Neottolemo ha generato un figlio, e vuole ad ogni costo uccidere lei e il bambino. Il padre Menelao, giunto espressamente da Sparta, è deciso ad aiutare la figlia nel suo progetto di vendetta, così come Peleo -padre di Achille e nonno di Neottolemo – è deciso a fermarla. Andromaca trova rifugio presso l’altare di Tetide, e lì, aggrappata alla statua della Dea, prende tempo in attesa del ritorno dell’amante.

Neottolemo – il grande assente – è centro e causa dei vari scontri che animeranno la vicenda: ogni personaggio fa scelte decisive per la propria vita, convinto che al suo ritorno il signore farà giustizia. Ma, alla fine un messaggero racconta un fatto orribile: Neottolemo è morto subito dopo essere partito, prima ancora che ogni disputa e discussione avesse inizio.

Andromaca è un testo decisamente anomalo nella produzione euripidea: non vi si staglia alcun protagonista, nessun dio compare, come pure nessun “eroe tragico”; il mondo, svuotato di presenze eccezionali, sembra ospitare solo uomini incapaci di decidere del proprio destino. Le speranze si alternano alle tragiche disillusioni, in una danza meccanica, così macabra e spietata da sembrare comica.

Teatro Madre Festival prosegue con gli spettacoli dedicati a un pubblico più adulto, martedì 10 agosto, con La Via dei Canti, un omaggio al settecentesimo anniversario organizzato da Armamaxa/PagineBiancheTeatro e Leonardo Manera, in scena venerdì 13 agosto, con il suo ultimo lavoro “Vivere”.

Biglietto unico euro 10. Per info e prenotazioni: +39 389 265 6069.